Dicono di ispirarsi a Charles Bukowski e al suo “Una sirena scopareccia”. E in effetti il suono di “MiV” sembra raccontare - in modo diverso ma efficace - qualcosa di altrettanto carnale e sguaiato (in senso lato). I Blessed Beat improvvisano senza improvvisarsi, i rumori sono tocchi di precisione e non pennellate grezze buttate lì in mancanza di criterio. L’aspetto disturbante c’è eccome e non solo nei titoli: è una mestolata tosta di free jazz, post rock - versante Illinois - e avanguardia pura. “Doesn’t Look Dead to Me” aggredisce con suoni space e contorsioni vagamente kraut, salvo poi affondare con una tromba solitaria che ferma il mondo per dare il suo annuncio. Con “Best Fuck I Ever Had” la band fa lo stesso casino chic dei Battles e le note di chitarra sono colpi che schivano la batteria. “Just Like a Mermaid” imposta i fraseggi di tromba su un’atmosfera carica di rimbombi cupi, pronti a esplodere.
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