Quattro giovanotti quasi ventenni che suonano Nu Metal. Questo sono, in poche parole, gli emiliani Open fire. Una definizione di questo tipo allarmerebbe e farebbe impallidire anche il più professionale, compassato e compiacente dei giornalisti musicali in procinto di ascoltare il CD in questione. Perché oggigiorno il Nu Metal è un genere che va di moda, perché la quasi totalità dei gruppi formati da ventenni suonano Nu Metal, perché la maggior parte dei demo in circolazione sono di gruppi che suonano Nu Metal e, generalmente, la qualità di questa copiosa quantità di lavori è a dir poco imbarazzante. Per fortuna - spesso e anche molto volentieri - idee, pregiudizi e realtà dei fatti cadono fatalmente in contraddizione, e così, chiunque si trovasse ad ascoltare questi brani contenuti in questo disco scoprirebbe che questi quattro giovanotti che suonano Nu Metal, di stoffa ne hanno da vendere, nonostante la giovane età. Forse perché non si tratta soltanto di Nu Metal, forse perchè nella loro musica sono presenti molti elementi e richiami ad altri generi musicali limitrofi, i cui confini sono spesso molto labili. E così si può provare ad elencare, per sommi capi, una manciata scarsa di nomi: Tool, Korn, Pearl Jam.
Uno degli aspetti più convincenti di questi nove brani sono i testi, non particolarmente originali, ma comunque mai banali, incentrati su sensazioni e pochi stati d’animo ben delineati: dolore, sofferenza e rabbia. Un colore ben definito: il nero. Quello che meno convince è l’eccessiva lunghezza complessiva del disco. Nove brani, non tutti quanti all’altezza, sono senz’altro troppi perché non consentono all’ascoltatore di mantenere costante il livello di attenzione, che scema con lo scorrere delle tracce. Tra questi, almeno due o tre sono di troppo e sarebbero potuti essere stati esclusi, senza nulla togliere alla bontà del lavoro. Certamente da lasciare, invece, “Una lacrima Chiara come il nero” e “Piccolo pensatore d’inverno”, i due brani più riusciti, che mostrano, il primo in particolare, se non ancora una raggiunta maturità, buone potenzialità sulle quali poter lavorare.
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La recensione Oltresuono di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-03-03 00:00:00
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