L'Introverso
Una primavera 2015 - Indie, Pop rock

Una primavera
02/12/2015 - 09:50 Scritto da Faustiko Murizzi

Un album di pop mainstream che però non sposta di neppure un millimetro la nostra attenzione.

Non ho particolari problemi di fronte a dischi pop mainstream: mi piace quello fatto bene e con almeno - sottolineo almeno - un pizzico di personalità. Tuttavia non basta che un lavoro suoni bene per agganciare la mia attenzione: è il caso de L'introverso, band milanese alla seconda prova dopo un esordio ("Io" del 2013) che aveva raccolto critiche positive da più parti.

Stavolta ci sono 11 brani che, a voler sintetizzare, hanno come unico punto di riferimento stilistico i Coldplay dei primi 2 album (prestate particolare attenzione all'intro strumentale della traccia d'apertura), con la differenza sostanziale del cantato in italiano. Formalmente tutto funziona (e suona) come da aspettative: nessuna sbavatura, tutto maledettamente nei ranghi, come se ogni singola nota fosse suonata e prodotta secondo ipotetiche istruzioni da manuale. Insomma, capirete anche voi che non si tratta del tipico approccio che possa destare curiosità da una parte e, dall'altra, lasciare il segno.

Stessa identica impressione per quanto riguarda i testi, sui quali stendo un velo pietoso. Non chiedo a un gruppo pop di scandagliare tematiche tipiche del combat-folk, ma almeno un piccolo sforzo per risultare più incisivi della media dei network italiani (e per media intendo Marco Mengoni ad esempio) quello sì. Per dire: quando su "Il finestrino" cantano "La vita è dura ma noi ce ne freghiamo", si percepisce che avrebbe funzionato mille volte meglio il "...ce ne fottiamo". Non è questione di lana caprina, intendiamoci, semplicemente sono scelte che lasciano come minimo perplessi. 

Insomma, è come se il diktat sia stato quello di suonare col "freno a mano tirato", evitando anche piccole variazioni sul tema. Sicuramente non sarà andato così, visto e considerato che in cabina di regia il quartetto ha arruolato Davide "Divi" Autelitano, frontman dei Ministri, non proprio uno degli esponenti del politically correct. Occorre ripensare il progetto dalle fondamenta.

Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.