port-royal Where Are You Now 2015 - Elettronica, Ambient, Dance

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Sono passati ufficialmente tredici anni dal 2002, ma per i port-royal potrebbe non essere nemmeno trascorso un minuto.

Sono passati ufficialmente tredici anni dal 2002, ma per i port-royal potrebbe non essere nemmeno trascorso un minuto. La distanza tra l'esordio di "Kraken" e questo nuovo capitolo appare confinata allo scorrere materiale del tempo, ma su un altro piano ci si sente più vicini di quanto si possa immaginare. Attilio, Emilio ed Ettore hanno continuato a coltivare un atteggiamento distaccato, quasi che ogni scossa che ha investito nell'ultimo decennio il panorama della musica elettronica "emozionale", li abbia sfiorati appena, mancando di lasciare segni tangibili sulla loro espressività. Un atto di fede, una notevole dimostrazione di personalità così come di naturalezza nell'approcciare la musica che è dono di pochi.

"Where Are You Now" parla attraverso un linguaggio ricchissimo di sfumature, a tratti anche eccessivamente prolisso. Un disco di dieci tracce per 1 ora e 17 minuti di musica, difficilmente digeribile in una volta sola. Dentro ci sono tutti gli stilemi che hanno reso i port-royal una band di culto per la musica italiana negli anni '00: le imponenti suite da dieci minuti a salire, i crescendo sonori connessi a un'idea di epicità figlia diretta del post-rock, le fughe elettroniche verso territori più intimi e astratti. Una ricetta che col tempo si è cristallizzata, finendo per diventare un biglietto da visita, un'etichetta capace alla lunga di stancare e diventare prevedibile.

La differenza continua ad essere legata al tipo di profondità emotiva che è capace di sondare la tua musica, e in questo i port-royal si confermano maestri. "Where Are You Now" si disvela a poco a poco, smettendo così i panni dell'esercizio di maniera e comunicando, un ascolto dopo l'altro, le proprie intenzioni espressive, la solidità delle sue composizioni. La drone music che scompare nell'electro-pop nordico per poi riapparire sotto la pioggia di un'orchestra sintetica ("Death Of A Manifesto"), lo scavare reiterato dell'ambient che flirta col glitch ("Ain't No Magician"), la glacialità di una cassa dritta che finisce per aprirsi a divagazioni spezzate ("Karl Marx Song"). Elementi che si sommano quasi sempre in un insieme, finendo per mescolarsi e dar vita a risultati inediti. Una sonorizzazione di quelli che potrebbero essere i movimenti inconsci nei quali ognuno finisce per perdersi, da godere senza la fretta di ritrovarsi.

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La recensione Where Are You Now di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-10-05 12:26:00

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