La seconda piccola chicca dei The Yellow Traffic Light è arrivata e, a un anno di distanza circa dal loro precedente ep “Dreamless”, ritorna a soddisfare la nostra voglia di conoscerli più a fondo ascoltandone altre sfaccettature. “To fade at dusk” mostra il loro lato più pragmatico, molto meno dreamy, con delle inconfondibili sfumature new wave e ritmiche post-punk capaci di smorzare tutte le aspettative riguardo il sound onirico dominante nel loro precedente ep. Lo shoegaze e la psichedelia rimangono comunque un tratto caratteristico della band, ma la dimostrazione del fatto che sappiano giocarci, modellandoli a proprio piacimento, è tangibile.
“Hideaway” sfocia in pura new wave ed è travolgente quasi quanto i Soviet Soviet, così come “Cole drives too fast”. Un inizio tiratissimo che porta a “Burger shot”, un’atmosfera molto meno tesa ma che spazia fino a toccare i limiti del grunge. “Fall” conclude quest’affascinante sessione di neanche venti minuti con una vera e propria suggestione psych-rock dall’outro infinito al limite del prog; un’iniezione diretta in vena che non può concludersi se non con uno sfumato che ti abbandona in uno stato di grazia assoluta.
Una bella riprova della tecnica e della passione che i The Yellow Traffic Light hanno già avuto modo di dimostrare al loro debutto e che si spera non ci faccia elemosinare un altro piccolo shot allucinogeno di questo sorprendente gruppo, ma che ci ritrovi al più presto a godere di un intero album, un meraviglioso caleidoscopio da cui uscire sarà l’ultimo dei pensieri.
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