Sancto Ianne
Scapulà 2002 - Etnico, Acustico

Scapulà

Dopo aver calcato il palco del ‘Festival Interceltique de Lorient’ (la manifestazione francese appuntamento di punta della musica etnica europea), dopo che il ‘Folkontest’ li ha decretati vincitori dell’ottava edizione, le aspettative sull’ultimo lavoro della band campana erano alte.

E - diciamolo subito - i Sancto Ianne non le hanno tradite assolutamente. Forti infatti d’un bagaglio culturale che discende della vitale e variopinta tradizione napoletana - più ampiamente campana - hanno realizzato un piccolo capolavoro nel quale sono riusciti a conciliare, sul piano narrativo e musicale, la poesia ‘amara’ dei racconti di vita con l’ironia e la vitalità caratteristica dell’essere partenopei in senso lato, che rappresenta quasi una filosofia di vita.

Malinconia ed allegria quindi, in un equilibrio continuamente in gioco, grazie anche alle atmosfere create dagli arrangiamenti, che si muovono in uno stile che non si concede a tentazioni di derive rock, ma resta profondamente ancorato al calore delle ritmiche mediterranee: tammurriata e richiami arabeggianti sono il cuore dell’intera opera.

I temi delle liriche toccano la vita quotidiana ma fanno riferimento anche ad eventi storici: nel brano “Scapulà” a parlare è un operaio di cantiere, che sottolinea come sia bello e liberatorio il momento in cui si ‘scapula’, ovvero si termina la ‘fatica’, dopo una giornata passata fra la calce, il freddo e i richiami del padrone; “Tinna”, invece, è il nome dello spietato brigante che di notte incuteva il panico fra gli ufficiali piemontesi.

I Sancto Ianne, in definitiva, hanno realizzato un’opera valida sotto ogni aspetto: dai testi molto curati fino agli arrangiamenti sempre puntuali a sottolineare ogni momento di picco espressivo, il tutto impreziosito dalla poetica e ‘teatrale’ narrazione affidata alla caratteristica voce di Gianni Principe. Decisamente da ascoltare.

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