Come i Godspeed You! Black Emperor, però in due. Mica male, no?
Spesso quelli sintonizzati sui suoni nuovi si chiedono come sia possibile che qualcuno possa ancora appassionarsi a un genere considerato kaputt come il post rock. La risposta potrebbero darla i San Leo, che con “XXIV” alzano il livello e scuotono la terra un po' alla maniera dei Godspeed You! Black Emperor (solo che i canadesi sono mille e i nostri solo due, mica male allora, no?).
I San Leo vanno di decostruzione e ricostruzione, alternano fuoco e gelo, marciano compatti e scombinano i piani. Ci sono gli spigoli (il riff sgommato di “Relegati nelle vastità…”), c’è la tramontana (gli arpeggi riverberati di “Relegati nelle vastità…”) e ci sono i silenzi (le attese inquiete di “Relegati nelle vastità…”). Sì, è la stessa traccia. E sì, avete capito: sono brani lunghi e ambiziosi che vivono tante giravolte in una e che gasano il giusto, perché giusto è l’equilibrio sonico/armonico che si crea in questi pezzi. Il post rock è vita, amore e baccano e i San Leo trattano la materia con il dovuto rispetto: ascoltate quello che hanno da raccontare.
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La recensione XXIV di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-11-23 10:00:00
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