Ispirazioni letterarie fra teatro, neo-soul, folk e trip-hop
Chi (come la sottoscritta, lo ammetto) avesse qualche problema con le voci di stampo soul, di quelle che fanno subito talent e virtuosismi gratuiti, potrebbe avere la tentazione di spegnere tutto dopo le prime due sillabe cantate. Il mio consiglio è di non farlo. Diamogli fiducia, perché a dispetto dell'impostazione teatrale, che c'è e si sente, questo disco non è una vacua ostentazione di tecnica vocale da pelle d'oca un tanto al chilo.
I riferimenti sono alti - e, dicevamo, legati alla sua provenienza dal teatro, che si fa sentire in particolare nella “cabarettistica” “La more” - con citazioni di Sofocle, Buzzati, Calvino, Proust, e anche dal punto di vista più strettamente musicale l'intento è quello di tenere la mente aperta e l'ispirazione libera: così, dal minimalismo dell'incipit solo strumentale “Antigone e la luna” inizia una narrazione (in italiano e inglese) fatta di un r'n'b contemporaneo e non purista, toccato dal trip-hop, ma anche dal folk a base di ukulele di “Fall in stars”.
Non soltanto una (molto) bella voce, insomma, ma una bella voce che dice cose e prova a dirle in modi non stereotipati.
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La recensione Primo Tempo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-11-27 09:50:00
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