Un sound costruito magnificamente e dipinto in ogni pezzo con un ritmo lento, melodico, violento e passionale
Immaginate di trovarvi in un bosco in piena notte, assediati dall'angoscia e dall'oscurità che avvolge l'ambiente circostante. All'improvviso, il passare delle ore inizia a rivelare i primi chiarori del cielo e il successivo spuntare del sole darà alla vostra alba un senso diverso, una liberazione poetica e romantica dalle paure e dalle sensazioni che avete provato. Si tratta della stessa identica sensazione che si prova ad ascoltare i Winter Dust nel loro ultimo lavoro intitolato "Thresholds".
Dalle prime note di "There" si afferra subito che il piatto forte della band è un sound costruito magnificamente e dipinto in ogni pezzo con un ritmo lento, melodico, violento e passionale, come se stessero dipingendo un quadro impressionista. Le tastiere, i bassi, gli arpeggi e i muri sonori ci restituiscono la perfetta alternanza di buio e luce. I tocchi morbidi e cadenzati che aprono "Acceptance", precedono uno spoken-word rabbioso e profondo, perfettamente incastonato nell'atmosfera del pezzo. Le affascinanti melodie di "Let The Morning In" accecano l'anima, rendendola senza dubbio la traccia migliore del lotto, sintesi straordinaria di Post Rock ad un certo livello. La chiusura, affidata a "Elsewhere", è da togliere il fiato, gli strumenti sono come degli attori che tornano sul palco alla fine dell'ultimo atto, uno alla volta, a prendersi gli applausi sinceri e commossi del pubblico che mostra gli occhi lucidi, trattenendo a stento le lacrime.
Non ci sono altre parole per descrivere la bellezza di "Thresholds", ma il desiderio di trovarsi fra le mani un disco della maturità è davvero forte; per ora non resta che fare ai Winter Dust i nostri auguri più sinceri.
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La recensione Thresholds di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-10-26 09:15:00
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