Phill Reynolds Love and Rage 2015 - Cantautoriale, Folk

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Niente, il fatto è che Phill Reynolds ha qualcosa di speciale. Cosa, esattamente, è difficile spiegarlo. Ma molto facile capirlo

Capita a volte, di ascoltare un disco bellissimo e non sapere cosa dire. Perfino dopo che l'hai ascoltato più di venti volte, hai letto e riletto la bio e il comunicato, hai riascoltato i precedenti. Perfino quando il tempo fuori cerca di venirti in aiuto, nel caso volessi impostare un parallelismo atmosferico-cromatico. No, niente aiuti da casa.

Non vale nemmeno parlare di quando hai visto l'artista dal vivo e, benché fosse da solo, sul palco, voce e chitarra, aveva lasciato tutti a bocca aperta. Non vale nemmeno fare il solito discorso sul blues, che ormai Phill Reynolds l'ha lasciato da parte già da un bel po', né cercare gli accostamenti con gli autori folk e neofolk, con The Tallest Man on Earth, con Micah P. Hinson, con Iron & Wine, perché il fulcro non è neanche quello.

Non è quello, né lo è parlare della sua continua evoluzione come strumentista e soprattutto cantante, benché la sua voce mai come in questo disco appaia sicura delle proprie possibilità e perfettamente a proprio agio su tutte le tonalità della tavolozza espressiva. Parliamo allora dei pezzi, della raggiunta maturità come autore? Sì, senz'altro, anche. Ma anche no. Perché a onor del vero la sua produzione è stata sin dalle prime prove contraddistinta da una grande qualità compositiva. Ok, ma allora veniamo al soldo, di cosa stiamo parlando veramente, cosa c'è in questo "Love and rage"?

Parliamo di un ukulele suonato in punta di dita, di un domani che c'è e non c'è? Di un pezzo come "Anchor" ripescato dall'ep di quattro anni fa che continua ad emozionare anche in questa nuova veste? Di arpeggi e aperture corali dense di pathos, di tensioni e dolcezze, di lamenti e distensioni che cedono il passo gli uni agli altri e poi ancora? Di Silva/Phill che canta "We have all the time in the world" di Louis Armstrong sapendo perfettamente che non è vero, tant'è che senti i secondi della tua vita sfuggirti di mano mentre lo stai a sentire?

Non saprei, è di questo che parliamo? Parliamo di musica, parliamo di sentimento, di sensazioni, di cosa in fin dei conti? Dobbiamo parlarne per forza? Ma onestamente forse sì. Perché certo, chi l'ha sentito almeno una volta, Phill Reynolds/Silva Cantele, sa che il ragazzo ha qualcosa di speciale. Cosa, esattamente, è difficile spiegarlo. E qui (forse) arrivo al punto. O almeno, spero di esserci arrivato. A dare l'idea del something emozionale e irrazionale che emerge da sempre dai suoi brani, e forse ancora di più da questo "Love and rage". E se può servire a farlo scoprire per la prima volta a qualcuno, sono disposto a parlare di niente ancora per tutto il giorno.

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La recensione Love and Rage di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-10-14 10:00:00

COMMENTI (1)

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  • crivex 9 anni fa Rispondi

    La musica di Phill Reynolds è una cura...