Gli Slowmother rinascono a Milano (dopo una prima esperienza nata due anni prima) nel 2014 quando Alessio (chitarra e voce) incontra Grazia (batteria) e Alex (basso) e insieme decidono di lavorare ad un gruppo che unisca il buon rock delle origini con sonorità electro degli anni '80 e '90. Definiscono il loro stile "un'esperienza di chemical blues" reiterando così l'idea di un ritorno alle origini della musica rock che però venga inacidito da sonorità meno acustiche e più artificiali.
Un'idea precisa che porta il gruppo a creare un suono particolare, che fa oscillare il pensiero dagli AC/DC, per il loro ritmo ipnotico, ai Muse per il loro utilizzo delle voci in fase di produzione. Si vede che sono un gruppo consapevole anche perché l'intonazione del cantante permette di godere appieno della particolare timbro della sua voce che, specialmente in brani come "Lipstick" e "My Grave" sa accendere nell'ascoltatore quel demone che ti costringe ad ascoltarli. L'affiatamento del gruppo, inoltre, è ammirevole poiché i tre sanno completarsi vicendevolmente e in post-produzione questa loro sintonia viene ampliata al punto da risultare in armonie perfettamente bilaniciate.
Anche se certamente devono ancora crescere (il cantante non si abbandona ancora completamente alla musica risultando a volte meccanico e la melodia non sempre prende il volo come ci si aspetta) l'identita musicale di questo gruppo è già molto precisa e definita. Un gruppo che ha sicuramente scelto con attenzione quale strada imboccare nella propria ricerca musicale facendoci immaginare dei futuri brani molto maturi e completi.
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