Mentre faccio partire "Hate you forever" mi domando dove sono e chi sono in questo momento, in questo preciso istante in cui mi trovo a fluttuare nell'aria fra milioni di synth, adesso che l'elettronica è in collisione con lo shoegaze e "Youth Games" suona come un vortice privo di gravità. I miei arti continuano poi a galleggiare nell'aria insieme alle bracciate eleganti e in estensione di "Hiding", brano che batte come un cuore artificiale pulsante nel buio, e nel preciso attimo in cui entra in scena "Tommy" sento dentro di me qualcosa che si scioglie, scongelato dalla dolcezza inaspettata delle basi elettroniche che sprigionano tutto intorno a sè la propria bellezza scintillante. Ogni cosa appare qui come un istinto primordiale, così come "Meet again", che riporta alla mente un certo non so che di The Human League di "Open Your Heart" e gli anni 80 che permeano l'atmosfera e brillano come una luce abbagliante. La luce diventa più luminosa in "Boy", brano che entra in scena in maniera decisamente più grintosa rispetto ai precedenti, staccandosi un po' dalle vibrazioni che si sono via via create, così come fa "Run Away" e le sue chitarre metalliche a fare da contraltare al tappeto electro pop che si stende alla base di tutto il pezzo.
"Hate You Forever" è un ep ben strutturato, creato a formare una sorta di unico filone che non si spezza quasi mai, lasciando l'ascoltare sempre più curioso e soddisfatto man mano che si procede verso la fine. Vogliamo trovare una pecca? Sei brani sono troppo pochi e lasciano la voglia di sapere cosa ci sarà dopo. Speriamo perciò, a breve, in un esordio sulla lunga distanza e confermare così i risultati iniziali già ben oltre sopra la media.
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