Si può fare di meglio, anche se "Noi non siamo infinito" rappresenta un discreto punto di partenza.
Raccontava, giusto 2 anni orsono, la collega Margherita Di Fiore, a proposito dell'ep che precede questo disco: "Rabbia, dunque. Non so bene verso cosa ché secondo me poi non ha molta importanza, voglio dire, se ce l’hai e la esprimi, è l’espressione in sé che conta. E qui ce n’è tanta, nella voce esasperata e spesso ai limiti, nelle chitarre che sputano e incendiano, nella sezione ritmica che è bombe su bombe e noi a tentare di ripararci invano". Una fotografia che, se scattata oggi, avrebbe gli stessi colori, e che vale tuttora per descrivere la cifra stilistica dei Voina Hen.
"Noi non siamo infinito" segue il solco tracciato finora dalla band abruzzese, puntando idealmente verso quella formula sulla quale i Ministri degli esordi hanno costruito la loro fortuna. Se da una parte persino la struttura delle canzoni si avvicina a quel modello, dall'altra bisogna sottolineare lo scarso livello dei testi (che spesso li collocano, dispiace dirlo, in prossimità dei Negramaro). Riescono infatti a fare bene solo in poche occasioni, quando accorre in loro aiuto prima Luca Romagnoli (vocalist del Management del Dolore Post-Operatorio) su "Questo mondo è una merda" e, in seguito, Marti Stone su "Maledizione".
Chiariamoci: nelle restanti 9 tracce non è che vada tutto a rotoli, ma non bastano le mani di Max Stirner e Marco Di Nardo ad ovviare alle pecche in fase di scrittura. È un po' come se mancasse la zampata vincente, quel quid tale da rendere unica la proposta musicale del quartetto. Non basta infatti la rabbia di cui sopra e neppure un'ottima confezione sonora per promuoverli a pieni voti; rimane da lavorare sulle liriche, evitando soprattutto figure retoriche che raccontino di una generazione con la stessa profondità di un giornalista di cronaca. Insomma, sviscerare letteralmente i propri dissidi interiori in cui gli altri - e non necessariamente solo coetanei - si possano riconoscere.
La sfida su cui investire, quindi, è fare meglio; "Noi non siamo infinito" rappresenta solo un discreto punto di partenza.
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La recensione Noi non siamo infinito di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-10-03 00:00:00
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