Bel disco. Elettronica d’atmosfera. Che cita Aphex Twin come i Radiohead di “Kid a”. Ma non solo. L’opener “I Wish She Comes Back...” è bello e fascinoso come certe cose di Amon Tobin, ma ricorda anche il downtempo di Kruder&Dorfmeister. “Waterlife Song” colpisce per il suo inizio segreto, che evoca le stesse atmosfere dei Talk Talk di “Eden” e della Bjork di “Vespertine”. Il ritornello sorprendente, perché apre su certe cose post punk e prima new wave un po’ alla Freur (quelli di “Doot doot”, che poi diventeranno Underworld). “A Perfect Spring” è introdotta da un sinuoso violino, ma in generale il pezzo, anch’esso segreto dei segreti della Terra alla “Vespertine” vive di suggestioni esoteriche anni 80, quasi alla Death in June o alla Current 93, risolte però sempre in chiave elettronica. “Pill” mostra nuovamente radici anni 80, forse in certe cose dei Durutti Column di mister Vini Reilly. Sulla scia “Pushing Blade” e “About The Dawn”. “Time Reverb Goes” è più movimentata, tornando sui sentieri downtempo alla Kruder&Dorfmeister, così come “Raining Melody” che esibisce un bel motivetto di tromba, calmo, jazzato ed evocativo. Strumento principe in “My Favourite Garden” e “Crashed” è invece un bel piano. Si chiude con “Twentyfive Raylights”, in bellezza. Niente di nuovo o di sconvolgente. Ma un bel disco. Darà calore alle vostre serate.
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La recensione A perfect spring di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-03-24 00:00:00
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