Dai Great Northern X a La Notte delle Streghe. La nuova vita di Marco Degli Esposti è cominciata.
Le strade intitolate al Migliore abbondano. A nord come a sud dello Stivale, nelle zone bianche, ora tendenti al verde, come in quelle rosse, un rosso ormai sbiadito. Anche a Bologna, e ci mancherebbe pure, c’è una via dedicata a Palmiro Togliatti. Che per Marco Degli Esposti, deus ex machina de La Notte delle Streghe, è il più classico dei microcosmi. Sei lì, al centro del mondo, del tuo mondo, dove poi la vita comincia a vomitarti addosso di tutto. E non puoi nemmeno scansarti.
Degli Esposti è reduce dalla recente esperienza con i Great Northern X: un viaggio interessante, tra noise e rock pestone con qualche ballata a chiudere il cerchio. La Notte delle Streghe si adagia su di un andamento differente, mira ad altri obiettivi. Tanto che le trame di “Storie di via Togliatti” non sono così nervose: è la sei corde acustica a tirare le fila, a fornire al disco un’impronta folk. Che poi riesce a confondersi con più di una scheggia slowcore, fino a rendere gli otto pezzi dell’album ancora più rarefatti e al tempo stesso maggiormente inclini a un atteggiamento che potremmo definire rumorista, a patto che tutto questo non sembri una contraddizione. Canzoni che comunque sia colgono nel segno, sia per la buona resa degli arrangiamenti sia per la bellezza delle melodie. Gli arpeggi di “Viva la vita” ricordano il Claudio Lolli della prima metà degli anni ’70, d’altra parte la tematica de “Il fuoco” si avvicina a quell’angoscia metropolitana così cara al cantautore bolognese. Vero, i testi di Marco Degli Esposti non concedono sconti. Tra le sue parole traspaiono l’amore, la morte, l’inferno, la speranza di una vita migliore. Va bene così, in attesa della prossima reincarnazione.
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La recensione Storie di Via Togliatti di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-12-23 09:45:00
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