"Fiori d'Amianto", colti forse troppo in fretta
Gli Stona Favola esordiscono con "Fiori d'Amianto", disco composto da cinque tracce che spaziano tra lo stoner metal e l'hard rock. Si percepisce fin da subito una grande forza e una grande voglia di dire, di fare, di spaccare e di farsi sentire. È un disco che fa trapelare passione per ciò che si sta facendo, fondamentale ed essenziale, che dovrebbe essere alla base di ogni progetto. Detto questo, non basta soltanto la passione perchè un lavoro riesca bene in ogni suo aspetto. Fiori d'Amianto, nonostante la sua grinta, è ancora molto acerbo. Lo si capta già dalla prima traccia, "Pioggia Acida", per poi averne conferma in "Nose Dive" e fino a "Fili Tagliati". Una voce che cerca di emulare troppo spesso James Hetfield -solo nella versione italiana- usando termini e frasi che tanto funzionano se sentite in lingua inglese, quanto non funzionano se ascoltate in italiano - come "se non fotti sei fottuto" - usando una tecnica di scrittura molto simile tra un brano e l'altro, sia a livello di contenuti che a livello melodico. Questa grinta sospesa è accompagnata da chitarre e bassi cupi, da batterie ampissime e cadenzate, perfette per del sano headbanging ma ancora troppo classiche e scolastiche. Ci sono però degli spunti interessanti - come ad esempio quasi tutte le parti finali delle tracce - che nonostante tutto convincono e fanno pensare: "Ma allora se volete sapete suonare eccome!".
Stona Favola è dunque un progetto interessante sotto molti punti di vista ma che deve ancora migliorarsi e perfezionarsi, in particolare nella fase di scrittura. Attendiamo quindi che tutta questa grinta e questa passione li spinga nella giusta direzione, fino a convincere appieno.
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La recensione Fiori d'Amianto di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-12-03 00:00:00
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