“Can’t Wake Up” è un brano delicato e oscuro, gli stacchi di pianoforte rimandano alle inquietudini rarefatte di pezzi come “The Frail” dei Nine Inch Nails - la fragilità unica risposta sensata e paradossale alla durezza delle dinamiche sociali odierne. “Holding My Breath” ha tastiere ovattate e malinconia da esporre senza remore, un po’ IDM un po’ ambient puro: quando attacca il crescendo ci si attende ritmi esagerati e luci stroboscopiche che annientano gli sguardi, invece tutto resta sottotraccia e il quattro quarti è poco più di un metronomo. “Starting Over” è un ottimo shoegazing sintetico come potrebbe piacere ai Port-Royal, con riverberi che disegnano gli spazi giusti e quelle melodie che trafiggono il cuore. “Until the Numbness” di Moreno Padoan è in definitiva un bel disco, citazionista nello stile ma assolutamente sincero e appassionato nell’approccio. Un lavoro di nicchia, di quelle nicchie in cui si sta bene.
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