Omaggio ai grandi precursori: un'antologia di cover con nuovi arrangiamenti
L'elaborazione e la realizzazione di un disco portano da sempre a galla la questione delle influenze musicali pregresse. Ci sono artisti che parlano più o meno volentieri delle loro fonti di ispirazione e poi c'è Felpa, che realizza un ep di cover appositamente pensato per omaggiare i grandi pilastri della propria formazione. In "Felpa in inglese" sono infatti contenuti i cinque brani, eccezionalmente non in italiano, che hanno maggiormente segnato il gusto e lo stile di Daniele Carretti, chitarra e basso degli Offlaga Disco Pax, qui alle prese con il suo progetto solista, uscito con il secondo album, "Paura", all'inizio del 2015.
Le tracce di "Felpa in inglese" appartengono a cinque diversi decenni, i più significativi per il musicista di Reggio Emilia. Si parte con "The Arcane" dei Dead Can Dance del 1984, amati da Carretti per il loro incedere cupo, enfatizzato al massimo nella sua veste di cover. Il secondo pezzo è "Altogether" degli Slowdive, uscita nel 1993, seguita da "Storms" dei Fleetwood Mac del 1979, concentrato di tristezza in musica che affascina Felpa proprio per la sua intrinseca mestizia.
"Severed Crossed Fingers" rappresenta il più recente influencer di Felpa, poiché è un pezzo di St. Vincent del 2014. Anche in questo caso di tratta di un esempio squisito di malinconia, componente che non cessa mai di fornire materiale a Carretti e che funge un po' da fil rouge per l'intero ep. "Felpa in inglese" si conclude infatti con "Sunflower" dei Low, risalente al 2001, e qui proposta in una suggestiva versione a base di chitarra e synth. Passato e presente si fondono, in un'antologia di grandi ispiratori ritratti con lo stile di un allievo pienamente consapevole.
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La recensione Felpa in Inglese di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-11-20 09:55:00
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