Elettronica ansiogena e disturbante. È il risultato di una miscela fatta di voci angeliche spezzate e tanto, tantissimo rumore.
Violet Fall è lo pseudonimo dietro al quale si cela Elisa Batti, compositrice italo-olandese che sfruttando al massimo strumenti analogici e digitali e grazie anche ad un sapiente uso dell'effetto stereo, ci fa sprofondare appieno in un mondo frastornante, disturbante e ansiogeno. La voce che entra in scena con "Aarhus", la seconda traccia, e che ritroveremo in tutto il disco, è invece quella di Jenny Thiele, che mescolando un timbro angelico ad un approccio vagamente affannoso riesce ad accrescere il senso di disagio portato in alto dalla parte strumentale.
Ci ambientiamo subito in quelle che sono le atmosfere del disco, grazie ad un intro elettronico ipnotico e uno xilofono martellante con tanto di vociare di infanti ad accompagnare il tutto. Nel suo sviluppo invece l'album propone diversi stili, mantenendo però inalterato un sottofondo disturbato e disturbante che se ad un primo ascolto potrebbe allontanare, impiega davvero poco tempo a dare assuefazione. È infatti proprio questa la vera ricchezza del disco, esaltata nell'ascolto in cuffia ma che riesce bene ad ambientarsi anche in ambienti più lo-fi, magari intrecciandosi ad altri disturbi, ad altri rumori di fondo.
"Fragmented Seashores" ha a che fare con John Cage quando questi rinunciava idealmente al suo pianoforte avendo a disposizione "la 6th Avenue con tutti i suoi suoni". Violet Fall non rinuncia invece al suo pianoforte, ma ci carica dentro una 6th Avenue di suoni meno aleatoria (e quindi meno significativa), ma che comunque si trova molto a suo agio in mezzo al rumore, e il risultato riesce quantomeno ad incuriosire. Da tenere d'occhio.
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La recensione Fragmented Seashores di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-04-19 00:00:00
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