L’umore non è dei migliori e la disposizione d’animo è quella che preferirebbe, senza misteri, lasciarsi coccolare da suoni domestici. Esiste il rischio che ciò renda il giudizio avaro ma, ahimè, occorrerà trovare quello che serve perché l’attesa si è protratta per troppo tempo e non è giusto esitare ulteriormente sperando in qualcosa che nessuno mi assicura arrivi presto.
Subito una cosa strana. Invece di scrivere frasi che cercano un significato potrei riempire la pagina solo di nomi illustri senza per ciò uscire fuori tema.
Limito molto la lista alla quale potrei attingere e appoggio qui solo pochi fra i riferimenti che saltano nella mente.
I Nirvana che passeggiano con i Sonic youth, i Marlene Kuntz seduti di fianco ai Timoria, in lontananza i Verdena e nell’aria persino il frastuono della rabbia irrisolta dei Korn.
Tutto questo è nel cd che ascolto e sorprendentemente gli accostamenti non stridono affatto.
Gli Hellekin Mascara giocano bene con tutto questo materiale, lo conoscono, lo sviluppano e lo personalizzano.
Ogni strumento genera suoni liberi e portanti ed è proprio su questa sua autonomia che fa forza per innalzare un muro compatto, a volte violento a volte delicato.
Senza nulla togliere ad un parere inequivocabilmente positivo c’è da dire che non sempre è tutto al posto giusto nel momento giusto.
L’inadeguatezza di alcune scelte fa oscillare l’insieme. Qualche forzatura: le urla che non ti aspetti e che magari avrebbero altre occasioni più opportune per esplodere, la lentezza che si compiace del suo incedere inatteso, la recita quasi sacrale di alcune frasi. Sostanzialmente dettagli, particolari, di cui, in questo caso, visto il contesto, si può sottacere.
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La recensione Roger di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-04-01 00:00:00
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