Groove. Sostantivo che domina sin dal titolo, che si fa guida assoluta, mentore e seduttore, spirito e materia, in ogni brano. Quest’album è un’immersione nella disco, nel funky, tra bassi che solleticano e beat da eterno dancefloor, e non si presta facilmente a un pacifico ascolto da divano. O meglio, l’unico divano che mi viene in mente è quello di un privé di qualche discoteca sul finire degli anni settanta, i colori forti, le luci variopinte, e un solido imperativo: dance, dance, dance.
Nessuna particolare aspirazione né guizzi originali, un lavoro facile e giocoso che gira intorno a una strobo senza altri desideri se non quello di cotonarti i capelli, stringerti addosso gli abiti come una seconda pelle e spingerti in pista. Divertente, ben fatto, ma francamente prescindibile.
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