Claudio Caponetti definisce la sua musica, molto brevemente, "post pop". Ma che cosa vuol dire realmente? E soprattutto, questa definizione calza davvero ai brani qui proposti? Purtroppo la risposta è negativa. La struttura dell'ep "Tutti Contro Tutti" risulta acerba e non ancora pronta a suonare soddisfacente, passando con troppa disinvoltura -che appare, ahimè, più come discontinuità e inesperienza- dal cantautorato più classico della traccia di apertura "Non So Ballare", all'elettronica malleabile e morbida, grazie anche all'uso della chitarra, di "BlaBlaBla" o ancora slittando rapidamente dalla più dritta "Le Cose Belle", all'incipit piano-voce piuttosto adolescenziale di "Ruggine", senza dimenticarsi nel frattempo della strumentale e quasi antica "Anestesia".
Il timbro vocale del nostro è caldo e rassicurante, mentre per quanto riguarda i testi l'asticella, anche qui, fa molta fatica a salire di qualche tacchetta ("Trattengo il fiato fra le coperte, quando mi stai vicino è come un film di Sorrentino" o ancora "C'è qualcosa che qui non va, quando mi parli sento bla bla bla, poi ti rispondo un po' sgarbato e ti mando in quel posto", per dire). In breve manca quello che definiremmo sostanza e concretezza, oltre alla forte assenza di basi solide a sorreggere un qualsivoglia disco; c'è bisogno ancora di tanto lavoro e di imboccare una strada in maniera più decisa e grintosa, chè così ancora non ci siamo e di musica post-pop, per ora, non vediamo neppure l'ombra.
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