Gianluca Mondo
Malamore 2015 - Cantautoriale, Punk, Blues

Malamore
05/02/2016 - 09:50 Scritto da Faustiko Murizzi

Con "Malamore", il Nostro si avvicina sempre più alla cifra stilistica del Vinicio Capossela meno caciarone, quello di "Da solo" per intenderci.

Quando ci si imbatte in dischi come "Malamore", la prima domanda da porsi é relativa al livello di credibilità dell'opera. Il cantautore genovese si lancia infatti in una dichiarazione quantomeno rischiosa, affermando che " [...] questo è un disco punk nella tradizione di Joe Strummer e Johnny Thunders”. Sia chiaro: ha tutte le sue ragioni per fissare l'asticella così in alto, ma in casi del genere il rischio é quello di sembrare presuntuosi, chiamando in causa due personaggi decisamente ingombranti.

Però Gianluca Mondo aveva già dimostrato, appena due anni fa, di saperci fare con certa musica e certe ispirazioni, sfoderando qualità notevoli in fase di scrittura e arrangiamento - oltre che una predilezione per il blues declinato sotto la forma cantautorale. Queste 10 canzoni riprendono quindi il tracciato battuto nell'opera precedente, mostrandosi ancora più asciutte ed essenziali. In questo senso é da intendere il riferimento ai due mostri sacri di cui sopra ("Punk le canzoni, più dirette ed esplicite, con testi brevi e la consueta filigrana di blues delle origini che si fa maggiormente traballante e veritiera"), mentre nella realtà il Nostro si avvicina sempre più alla cifra stilistica del Vinicio Capossela meno caciarone, quello di "Da solo" per intenderci.

Prendete "Malamore sta con te", "La canzone del baio", "Blues del doppiopetto" e soprattutto "Vagamondo", tutti brani che discendono direttamente dalla matrice caposseliana. Insomma, é la classica ispirazione (probabilmente la migliore possibile) che rende questo album a suo modo speciale e conferma Gianluca Mondo fra i songwriter più credibili in circolazione.

 

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