Un cantautorato acustico che va ad abbracciare momenti folk mai fragili e sempre convincenti.
In appena venti minuti possono succedere tante cose, così come in appena venti minuti si possono concentrare molte cose. Non serve molto di più, basta una voce calda e confortante, una chitarra solida e pochi altri elementi per convincere. E così succede per Steve Howls ed il suo ep "Holding Back My Days", un inizio quasi elegiaco con "White Walls", brano che prende colore improvvisamente non appena la chitarra metallica si fa tappeto per il cantato frenetico e rotondo che pervade l'atmosfera. "Keep On Walking" ha l'effetto di una goccia che cade leggera ma decisa in uno specchio d'acqua e c'è solo l'essenziale qui, il finger picking che ci culla e lo spazio immenso circostante, lo stesso che in "These Clouds" corre via veloce se visto dal finistrino di un treno, rapido in contrapposizione al silenzio che avvolge e in contrasto con le corde ora quasi deturpate. "Sailors" continua la cavalcata verso l'orizzone con il suo ritmo scalpitante che si sofferma solo sui particolari più preziosi, un sussurro, una voce, come per riprendere fiato ed espandersi prima che la frenesia torni a fare da padrona incontrastata.
C'è tutto, anche se sembra -all'apparenza- poco, c'è l'introspezione profonda, il rumore confuso, la quiete silenziosa e la nebbia fitta, un cantautorato acustico che va ad abbracciare momenti folk mai fragili e sempre convincenti. Riuscire a concentrare tutto in così poco si può e "Holding Back My Days" ne è davvero la prova.
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La recensione Holding Back My Days di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-12-18 09:30:00
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