Temi forti con una varietà di atmosfere sorprendente ed efficace.
La sabbia, il tramonto, e la semplice bellezza di un concerto in riva al mare. Oltre che location di uno splendido videoclip, questo è lo scenario che incarna al meglio lo spirito bohémien dell’esordio discografico dei Malarditi, band siciliana schietta e sincera nel modo in cui narra la vita di ogni giorno.
Una quotidianità fatta di indolenza più o meno forzata (“La ballata del tempo perso”), piccole invidie e ipocrisie di provincia (“Eroi”) e soprattutto dell’indifferenza di chi, come nella traccia omonima dell’album, sa soltanto farsi da parte e tenere il naso fisso sul proprio ombelico, mentre il tempo scorre inesorabile.
Temi forti, che vengono sviscerati con una varietà di atmosfere sorprendente ed efficace: da un lato infatti abbiamo la sferzante ironia del cantautorato folk di strada, quello che già ha avuto fortunati epigoni come Il Pan Del Diavolo, dall’altro la forza dirompente di un rock che alterna distorsioni da British Invasion (“Mia” su tutte, con la sua ritmica cadenzata che ricorda vagamente “The Importance Of Being Idle” degli Oasis) a ritmi surf di californiana memoria.
Una freschezza e una dinamica che sicuramente darà la spinta giusta ai Malarditi per andare sempre un po’ più in là all’interno del nostro panorama musicale.
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La recensione Un po' più in là di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-11-12 09:00:00
COMMENTI (3)
bello bello
Gran bel disco... i pezzi mi piacciono parecchio.
canzonette poppettine Cremonini "style" condite da arrangiamenti orgiastici e stucchevoli.... INASCOLTABILI