Davide Conti
La liberazione dall'amore 2015 - Progressive, A Cappella, Pop rock

La liberazione dall'amore
12/02/2016 - 09:55 Scritto da Renzo Stefanel

Soul pop mainstream che vuole farsi prog.

Lavoro davvero eclettico, questo “La liberazione dall’amore” del torinese Davide Conti, capace di spaziare dall’a cappella di “Echeggia” (un divertissement che risulta un po’ stucchevolmente simile alla produzione dei Neri per caso: tanta tecnica, una certa banalità poca sostanza) al metal della parte finale di “Big Bang!”, con tanto di cantato growl. In mezzo a questi due estremi, si stende una vasta landa musicale in cui i toni dominanti sono quelli di un pop italiano dalle ambizioni internazionali, come risulta evidente dalla vocalità di Conti, che a tratti ricorda quella di Alex Baroni. In questo contesto, spiccano le ballate pianistiche: la strumentale “Un cigno nel buio”, che apre il lavoro; “Un piccolo bacio sotto alle stelle”, tipico soul pop italico mainstream.
Emblematica dell’eclettismo di Conti è “Australia”, forse il miglior brano dell’album, che parte in un clima da insopportabile pop italiano, ma poi cresce in un senso rock ed esplode in un ritornello che si fa notare, per poi virare in un assolo di chitarra pop jazz piuttosto banale, per riprender e quindi nel ritornello atmosfere più inquiete. In generale, un lavoro sentito e realizzato con molta cura, ma decisamente troppo smarrito nel tentativo di conciliare mondi certo non incompatibili (fecero buoni album di pop quasi prog i Pooh, gli Alunni del sole e pure i Bee Gees), ma qui ancora distanti. Necessita, a mio personalissimo parere, una maggiore maturazione artistica.

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