Secondo ep per una band patavina che, senza tanto vantarsene, si fa forte di un'elettronica coinvolgente e spigliata. Di quelle ballabili, che si insinua con decisione tra la techno e il pop, e che fa quello che vuole, senza andare a ritroso a ricercare tante ispirazioni o contaminazioni.
Le melodie sono orecchiabili anche se non proprio trascinanti, la voce, sensuale e decisa, lascia intravedere una buona tecnica ma senza lanciarsi in pirotecniche evoluzioni vocali. Non regge benissimo la durata complessiva sia dell'ep (cinque canzoni in mezz'ora), sia dei singoli pezzi (tutti dai 4 agli oltre 6 minuti), ma non è certo uno di quei dischi da ascoltare in cuffia durante lunghi viaggi in treno.
È evidente invece l'ammicco a un pubblico che frequenta più i concerti delle discoteche, e i Nyu paiono potersi trovare più a loro agio in chiusura di un festival ad alto impatto adrenalinico, per stemperare la tensione senza lasciare la gente smarrita in mezzo ad un prato. La loro migliore qualità è quella di riuscire a riproporre in brani di ottima fattura formule già ben note e collaudate (ma attualissime) dell'elettronica di oggi. È un disco italiano che suona tutto fuorché nazionale e, pur senza ancora eccellere e senza innovare, si inseriscono promettenti in quel microcosmo veneto che sforna in continuazione nomi interessantissimi.
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