La traccia iniziale, “Contact People”, è l’Italia di oggi: telefonia mobile, call center e lotta di classe. Un Paese deflagrato che Grammo di Soma nel suo disco “L’età ingrata” descrive con pochi versi e parecchia frustrazione. L’alienante quotidianità di “I miei come” è un quadretto perfetto e terribile che si sgretola sotto i colpi di un rock acido e dissonante, qualcosa che richiama alla mente i Craxi e in parte i Santo Niente. “Redenzione” è un grido che nasce e muore all’interno di un noise domestico a bassa fedeltà: è un’esplosione ovattata, un rumore smussato e potente, un suono ideale per un nichilismo totale. “L’età ingrata” è un album che genera ansia e rigetto. Sono robe che fanno paura. Perché ti costringono a fare i conti con ciò che sei, con ciò che hai, con chi incontrerai. Difficile decifrare fino in fondo le parole di Grammo di Soma. Di sicuro c’è il fatto che non lasciano indifferenti.
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