Avete presente "Orientalismi" di Edward Said? Quel libro fondamentale per capire, senza rifugiarsi nei più o meno stupidi populismi e luoghi comuni di cui abbondano, soprattutto in questi giorni, le strade, gli studi televisivi e i salotti delle nonne, il delicato rapporto tra Oriente e Occidente, con un occhio di riguardo per le influenze comuni e scambievoli a livello letterario? Bene, allo stesso modo, l'omonimo album dei Magic Cigarettes, soprattutto a partire dalla prima canzone, "Maghreb Food", si può utilizzare per comprendere meglio il senso di "nuggets", cioè di canzone proveniente (magari anche solo idealmente) da quel mondo magmatico dei tardi '60 più psichedelici e ricchi di tinte lisergiche.
Dopo l'iniziale amore profondo per tutto ciò che suonava lo-fi, garage e generalmente psichedelico che colse più di un addetto ai lavori negli anni '00, la deriva sintetica successiva e la recente riscoperta delle atmosfere degli anni '90, pareva aver relegato quella coloratissima stagione al passato più dimenticato e dimenticabile. E invece no, perchè grazie ai Magic Cigarettes, band forgiata da numerorissime esperienze live a supporto dei nomi più interessanti del panorama lisergico italiano, si torna a essere immersi nella psichedelia più pura.
Un album suonato con "lacrime, sudore e sangue" in cui si sente, in ognuna delle 12 canzoni che lo compongono, l'importanza assoluta data dalla band di Arco-Rovereto alla dimensione del concerto, dello suonare e dello stare assieme. Questo non è un lp che ha bisogno di una campagna stampa, di un video fighetto o magari di qualche trovata sui social.
Se "Orientalismi" va semplicemente letto, questo album va semplicemente ascoltato. In fondo per viaggiare nei "paradisi artificiali", da Théophile Gautier ai giorni nostri, musica e letteratura vanno benissimo.
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