Sarebbe molto facile scatenare il tiro a segno su un gruppo che si chiama I Gattini Di Salem e che sceglie di intitolare l’album “Niente ballate alla Vasco Rossi”. È una combo respingente (gattini+Vasco=millennium bug) che in un periodo di sovraffollamento discografico rischia di gettare questi musicisti in un inquadramento aprioristico da cover band del giovedì sera. In realtà però la situazione è diversa da come sembra. Per fortuna.
“E poi mi parli del mare di Ortigia negli anni in cui non conoscevi l’amore” inizia con un giro pindarico di chitarra acustica alla Marta sui Tubi e prosegue con buon slancio in direzione di un cantautorato delle piccole cose, poco distante da quello che facevano i bravi Jocelyn Pulsar. “Cari parenti” ha una certa epica alla Zen Circus: è un bel pezzo anche se penalizzato da un’interpretazione vocale troppo rigida. “Nylon” è un power pop senza distorsioni che ha il suo perché: potrebbe essere un potenziale singolo se lasciato in mano a un produttore artistico come si deve. In generale, quella de I Gattini Di Salem è una proposta carina, ma la strada per raggiungere i frontrunner della canzone giovanile, L’Orso, è ancora lunga.
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