Un ep che parla di asparagi, di casette di cartongesso, di pappagalli, di un mondo allo sfascio e di una luna che sta a guardare.
Riappaiono i Mariposa, mai stanchi, e lo fanno regalandosi alla rete, gratuitamente scaricabili, sostenitori di una discografia orizzontale e paladini di un modo di concepire musica e testi sempre più lontano dalla norma e sempre più vicino ad una sorta di dadaismo sonoro, a dir poco eccezionale.
Un ep che, in sostanza, testimonia l’irrompere della guerra nel microcosmo naif del gruppo, che si fa dapprima plumbeo, quindi tragico e sfocia infine in un sarcasmo dal sapore amaro. Come quello degli asparagi e della loro tragedia semplice: bombardati da grandine e ‘pioggia dritta’ non possono più nascere, e quindi essere gustati e purificare i visceri e rendere l’urina intensamente gialla e puzzolente. La musica si fa stentorea, incede in modo funebre e - complice un’inedita elettronica minimale - dà l’impressione di essere la perfetta colonna sonora di uno strano ed agghiacciante videogioco, in cui i bambini si trovano ad essere ‘collaterali’.
La voce di Alessandro Fiori cambia continuamente registro e rincorre se stessa in un caos che sa insistentemente di Novecento, di tragedie immani, di avanguardie sorridenti e nichiliste, di Kurt Shwitters e di Merzbau, di fotomontaggi e assemblages, a sfociare infine in una sorta di pop stralunato che gioca col non-sense di parole accostate tra loro solo in base al suono, e sembra fare il verso al Battiato più ironico e strafottente.
Quattro pezzi, testimoni di un’evoluzione continua, di una dialettica interna che ha dell’impressionante, di un gusto per la cultura mai saccente, bensì votato al paradosso, alla provocazione, all’ironia che non si fa scrupoli e si tuffa nel sarcasmo. Un disco di ‘musica componibile’, definizione indefinibile e assolutamente inspiegabile a parole, ma, in effetti, perfetta a priori e unica possibile per un percorso sonoro e, ancor prima, stilistico, geniale nelle intuizioni e nel continuo rimettersi in discussione, scomporre e ricomporre tradizione, modernariato, gioia, disincanto, apollineo, dionisiaco, maieutica e maiolica.
Download, inutile dirlo, raccomandato con insistenza integralista, fremiti del corpo e febbre da… recensione componibile!
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La recensione Suzuki bazuki (ep) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-04-08 00:00:00
COMMENTI (1)
grandiosi :[