Un piacevole esordio che celebra il post-punk ma tende a perdersi nel gioco delle similitudini.
Non dire una parola che non sia post-punk. Non occorre altro per descrivere questo ep che assorbe energia dalle chitarre sporche e rabbiose e si sente a proprio agio a girare nella new wave pescandone i tratti più profondamente dark. Pensando intensamente ai Joy Division (dal mood minimale fino al timbro di voce che oscilla tra Ian Curtis e Paul Banks), gli Hero Shima cavalcano l’onda di sentimentalismi nostalgici confezionando quattro brani registrati in presa diretta e mixati in analogico che sembrano davvero sbucati da un demotape del 1979, con tutte le conseguenze che ciò comporta.
I pezzi funzionano, soprattutto “Rockfeller” che mantiene il suo tiro dritto e potente grazie a una sezione ritmica che non smette mai di creare stati di tensione costante, ma quanta originalità può venir fuori da una scelta del genere? Quanto possono essere riconoscibili? Eppure sono convinta che ne siano del tutto consapevoli. È il loro primo lavoro e la strada che vogliono seguire è chiara: la personalità potrà venir fuori col tempo, per ora un piacevole esordio che tende a perdersi nel gioco delle similitudini.
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La recensione Hero Shima (Ep) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-01-27 09:50:00
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