Tra i numerosi gruppi che si inseriscono nel filone crossover, minato principalmente da emo-core e nu-metal, si inseriscono i Jastinedusk che, con il progetto in questione, si distinguono dalla ‘massa’ per la professionalità del lavoro elaborato ma che agli stessi si omologano per sonorità e risultato. Sicuramente i quattro livornesi conoscono bene i dettami del genere prescelto, e li rispettano fedelmente - forse troppo - col rischio di spersonalizzare il risultato delle proprie fatiche. Quando però il tentativo é di variare - specialmente nell’alternare testi in inglese a quelli in italiano - si cede alla dispersione, lanciando segnali ambigui circa la direzione che il gruppo vorrebbe in realtà intraprendere.
Le canzoni in italiano si differenziano da quelle in lingua anglosassone, risultando più melodiche e, a parer mio, più originali - tant’è che avrei puntato maggiormente su quelle. La traccia che più colpisce è il breve intermezzo strumentale (“IV”) che, con cessioni all’elettronica, crea un’atmosfera raccolta e meditativa.
Per il resto non posso che prendere atto delle doti esecutive, dell’energia esorbitante, dei perfetti cambi di ritmo e dell’apprezzabile sforzo nell’usare la lingua madre. Ma è tutto troppo consueto per suscitare la curiosità, catturata invece dal booklet - ottima la grafica - e dal monito contenuto: “God’s light can make us blessed or blind”. Da segnalare anche una bonus-track multimediale con due video (di cui una versione live) ed immagini fotografiche, dotando il prodotto di un certo prestigio.
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La recensione One day… a may day di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-04-15 00:00:00
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