Disco romanticamente folk, da ascoltare ad occhi chiusi
Il cantautore romano Andrea D’Apolito ha dato vita al progetto DAP nel 2010, quando armato solo di voce e chitarra ha iniziato a comporre canzoni folk. I suoi sforzi creativi sono convogliati nel disco d'esordio "Resonances", formato da 8 tracce in inglese, stilisticamente omogenee tra loro, intense ma mai travolgenti, talmente delicate da lasciare all'ascoltatore la libertà di plasmare l'immaginario dell'album sul proprio mood emotivo. Chitarra acustica e riflessioni sull'amore la fanno da padroni, tanto da ricordare, in pezzi come "Crossroads" e "Come When I Call", il romanticismo melodico di Joshua Radin.
Inizialmente pensati per un accompagnamento essenziale, i brani si arricchiscono di spessore grazie ai musicisti che hanno partecipato alla registrazione di "Resonances", tra i quali figura anche Daniele Sinigallia, ex chitarrista dei Tiromancino, qui anche in veste di produttore artistico.
Ascoltando il lavoro di DAP, alla mente tornano i classici videoclip dove il protagonista passeggia in un giardino, è autunno e dagli alberi cadono foglie dorate, volteggiando come fanno le melodie di "Resonances". Parlando di atmosfere suggestive, uno dei pezzi di maggiore forza è senza dubbio "Stromboli", in cui la voce femminile che si sovrappone a quella di D'Apolito ne fa probabilmente il vessillo dello stile sognante dell'intero disco. Soltanto nel finale, "Pearl", un mix di percussioni dal gusto tribale e l'esplosione delle chitarre elettriche segna un'inaspettata impennata energica, che non stona affatto.
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La recensione Resonances di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-01-20 09:40:00
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