Avevo già incensato a suo tempo (correva il 2001) il disco d’esordio dei Deasonika, quartetto milanese che con “L’uomo del secolo” si segnalava fra le (auto)produzioni più interessanti e ‘mature’ nello Stivale.
Dopo 3 anni e tanti sacrifici (fra i quali si deve annoverare la ristampa del primogenito in occasione del contratto di distribuzione con la Edel), rieccoli sulle scene con un singolo che va ad anticipare “Piccoli dettagli al buio”, seconda fatica discografica. E, diciamolo subito, non si tratta del solito dischetto povero di contenuti, e la sola title-track potrebbe già sfamare la vostra voglia di sentire - finalmente - una canzone rock accessibile a tutti i livelli. Ciò grazie anche all’apporto di Marco Trentacoste, una delle nuove leve in fatto di produzione artistica, che sembra aver plasmato alla ‘perfezione’ quanto di buono il quartetto finora aveva fatto. Le sonorità, infatti, richiamano un ipotetico mood anglosassone che strizza l’occhiolino tanto alla new-wave quanto all’elettronica.
Non vi sorprenderete, perciò, se i ragazzi decidono di confrontarsi con quella “Teardrop” che alcuni anni or sono fu tormentone (ben gradito, sia chiaro!) ad opera ai Massive Attack; la versione contenuta in questo singolo ricalca la struttura originale ma ne accentua la dimensione prettamente ‘rock’. Insomma, il risultato è degno di nota, grazie anche all’interpretazione di Max Zanotti, eccellente vocalist al quale - speriamo non alla lunga - verrà riconosciuto quanto merita.
Segue poi “Piano”, esperimento (tributo?) elettronico sulla scia della band di Del Naja (3D), e chiude infine la versione acustica di “Clichè”, brano portante dell’opera prima, rallentato e riadattato alle nuove - e altrettanto affascinanti - vesti.
Non occorre specificarlo, ma i Deasonika probabilmente ci sorprenderanno con il nuovo cd. Ci auguriamo solo che riescano a raccogliere quanto meritano effettivamente.
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