E’ forse banale, ma innegabilmente emozionante, constatare che opere nate sulla carta o sulla celluloide (per essere lette o vissute in una sala cinematografica), possano, se combinate con la musica, acquisire nuova vita, nuove vesti e rendersi unico, meraviglioso oggetto dalle molteplici sfaccettature.
A ciò è dunque mirato il progetto che gli Yo Yo Mundi hanno inaugurato qualche anno fa con la sonorizzazione del film “Sciopero” di Ejzenstejn, approdando ora a quella del magnifico “54”, romanzo del collettivo letterario Wu Ming, la creazione di una colonna sonora che interagisca con l’opera, con le sue sfumature, i suoi personaggi, le sue immagini.
Quattro attori (superlativi) danno voce ai personaggi e ai momenti più significativi del romanzo, mentre il gruppo si immerge nell’atmosfera complessiva con una tale intensità da rendere quasi inscindibili l’opera scritta e quella suonata, ora creando semplici “fondali sonori” per le parti recitate, ora prendendo le redini in travolgenti strumentali (su tutti “KGB”, nonché il tema centrale, di una bellezza commovente), oppure “limitandosi” a cantare direttamente le parole del libro (“Non c’è nessun dopoguerra”).
Gli Yo Yo Mundi si danno completamente a “54”, fondendo le proprie personalità con quelle del romanzo, al punto di farle sparire al suo interno, a diventarne parte, e il romanzo ne esce trasfigurato, nuovo, vivido; i personaggi e le situazioni si fanno reali, quasi visibili, cinematografici. E’ così che pagine già memorabili si fanno semplicemente magiche, e personaggi già in grado di bucare la carta si materializzano ulteriormente: il Bar Aurora, Cary Grant, Lucky Luciano, lo ‘scugnizzo’ Salvatore Pagano - splendidamente reso da Francesco Di Bella, in prestito dai 24 Grana - e, su tutti, Ettore Bergamini, partigiano, gappista, contrabbandiere, tra i protagonisti indiscussi del romanzo e qui fotografato in uno dei frangenti più toccanti dell’opera ( una personale e quasi rituale rievocazione della storica battaglia di Porta Lame a Bologna, elogio della Resistenza, che si fa inno alla giovinezza e alla libertà da conquistare come unico, reale senso di una vita.)
I continui cambi di registro che rendono il romanzo oltremodo scorrevole e avvincente sono supportati da continue mutazioni sonore, orchestrate con grande maestria da musicisti autentici, in grado di passare dal tango alla tarantella, tra accenni di rock e folk, minimalismo e cantautorato, mentre gli attori si alternano donando ad ogni passaggio i colori e le sfumature che gli si addicono perfettamente.
Un romanzo imperdibile, che diventa spettacolo e quindi opera discografica che racchiude e rappresenta il tutto: chi non ha letto il primo sarà spinto a farlo molto velocemente; chi ha già potuto apprezzarlo non potrà che sentire il desiderio di riprenderlo tra le mani, sfogliarlo e amarlo di nuovo.
---
La recensione 54 (feat. Wu Ming) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-04-17 00:00:00
COMMENTI