Miranda Inside the whale 2003 - Noise, Indie, Post-Rock

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I tre membri dei Miranda hanno retroterra musicali diversi ma comunicanti: dall’indie melodico all’improvvisazione rumoristica, sino alla psichedelia portata da Gabriele (ultimo acquisto del 2001). E tutte queste esperienze sono confluite nella loro opera, un insieme di brani dal sapore post, costruiti a partire da lunghe jam e registrati in un luogo chiuso e angusto che ha dato l’idea per il titolo.

‘Post-rock’ si diceva - immaginatevi dei Godspeed You Black Emperor! dalle sonorità più indie rock e senza la predilezione per lunghi sciabordii di 20' - per la maggior parte strumentale, anche se ogni tanto fanno capolino dei piccoli pezzi di cantato in inglese. Un suono scarno, secco, quasi esausto (in senso positivo); l’impressione che dà, se mi lascio andare ascoltando “Involved man”, è quella di un vecchio ritto nel buio più totale in un torrido deserto, la faccia rinsecchita e incartapecorita, fissa verso un tramonto morto ed inesistente. E’ come se si fosse rinchiusi, davvero, ma da pareti mentali, come l’oscurità appunto. Questa é musica che riesce ad evocare certe visioni senza l’uso di alcunchè deve avere qualcosa di buono! Un ‘non so che’ di magico, rosso e nero, che a tratti dà quiete, a tratti ansia, un ‘non so che’ di incompiuto e immobile.

Certo è che bisogna essere in vena per lasciarsi andare alla fantasia di questo cd, e concedergli più ascolti, immergendovisi pian piano.

Un difetto però, evidente - soprattutto nella prima traccia - é la voce. Spesso effettata, non brilla, anzi annega nel suono (ma non abbastanza), non contribuendo a dovere nell’economia dei brani. Pensandoci bene forse potrebbe essere sostituita con qualcosa di diverso: c’è chi usa l’elettronica (ma non mi pare questo il caso), chi campionamenti da radio o vecchie cassette, chi usa il sax (a tratti diafano e lontano, a tratti secco ed aggressivo pieno di furia free jazz), chi aggiunge strati di chiarre sporche sino ad ottenere un effetto tipo ‘colata di catrame’. Insomma, l’importante é trovare una via alternativa, oppure effettuare un taglio netto.

Per il resto un ottimo cd per naufragare nei propri pensieri, per vagare tra le proprie visioni surrealiste, tra le pieghe del proprio immaginario. E pensar che all’inizio ero ben scettico sulla loro affermazione riportata nella nosta stampa: “Dal vivo Miranda tesse trame sonore che puntano dritte al cervello”.

Sappiate dedicargli tempo, trovare umore e modo giusto per l’ascolto, magari in un posto calmo e caldo. Magari in un posto chiuso. Vi ripagherà.

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La recensione Inside the whale di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-04-18 00:00:00

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