Attivi da un decennio, i Remorse avanzano sotto il vessillo dell’hard-core con influenze metal. Oramai temprati da anni di live ed assistiti da una produzione adeguata, eccoli proporre “A clown smile”, disco che fa della duttile scrittura dei brani e di un ottimo uso del basso le proprie carte vincenti.
Le canzoni dei Remorse, fedelissime al genere, non annoiano affatto né suonano anonime; anzi vi sono spesso piacevoli aperture alla melodia, come nell’azzeccata “With love”, ed una capacità compositiva superiore al livello a cui l’inondazione di gruppi hc degli anni che furono ci ha abituato. Fra gli strumenti si segnala il basso, che non passa assolutamente inosservato, dando spesso carattere e spessore alla loro musica e reggendo da sé molti passaggi. La voce è molto carica, anche se a tratti troviamo qualche sbavatura nelle sequenze meno aggressive (vedi, ad esempio, la soluzione melodica in “A[s]pain”, brano sulla corrida per metà in spagnolo e per metà in inglese). L’inglese dei testi risulta a tratti zoppicante, cosa che comunque passa inosservata ad un ascolto superficiale.
Da segnalare la cover degli Anthrax, “Got the time”, un hc melodico che conferma il background del gruppo, e “Eleven:changed”, brano che, riprendendo sprazzi della poesia “Fragile America” di David Gonzales Jr., canta dell’11 che ha cambiato la storia di questi anni.
Buona prova quindi per il trio veneto, che non si può non consigliare agli amanti del genere ed a tutti quelli che vogliono sentire come il basso può fare la differenza funzionare in questi frangenti. Se in futuro verranno smussate le ultime imperfezioni, e magari si opterà per l’italiano, i Remorse potranno aspirare ad essere una delle realtà più in vista a livello nazionale.
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