I bolognesi Frida X danno l’impressione immediata, a cominciare dalle note biografiche che accompagno questo loro primo cd-demo, di essere un po’ degli sboroni: si ‘parlano addosso’, si autorecensiscono e si vantano di collaborazioni letterarie di fama (Wu Ming ed Enrico Brizzi). Ovviamente lo fanno con ironia - e questo li ‘salva’ - ma è evidente che sono molto convinti dei propri mezzi.
Propongono un suono che è un meltin’-pot stilistico ad ampio raggio: pop, rock, punk, spruzzi di reggae soleggiato (nella sincopata “Polinesia”). “Tsunami” sfodera pesanti chitarre indierock di stampo americano mentre in “Corpo” viene esaltata una composizione schizofrenica in chiave free-jazz. Il jingle-jangle intellettualistico ma facilone di “Zen” è decisamente gradevole, pur non essendo certo quella “piccola sinfonia pop” che loro affermano essere.
Una prova di debutto con luci ed ombre, ma complessivamente discreta e piacevole: non si fa fatica a riascoltare più volte queste cinque tracce. L’obiettivo dichiarato di Frida X è quello di inseguire ‘l’utopia del pop totale’. Si trovano sulla buona strada, ma sono ancora dei gregari.
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La recensione ep di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-06-04 00:00:00
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