Abel & Lore sono un duo che proviene da Ospedaletto Euganeo, ridente paesino in provincia di Padova, sotto la mole preromantica dei Colli Euganei. Lavorano in un negozio di strumenti musicali: Lore è il titolare, Abel, originario di Rimini, l’insegnante di chitarra dell’esercizio. Nel 2002 sfornano un primo cd autoprodotto, “Una buona notizia”. Ora ci riprovano. La proposta dei due è incasellabile, viste le tematiche dei testi, nel filone del christian rock. Vabbé, dai. In fondo anche gli U2 hanno scritto testi di impegno cristiano con ottimi risultati. Bando ai pregiudizi! Ognuno è libero di suonare e dire quello che gli pare! L’importante è la musica e la credibilità che si riesce a dare al proprio messaggio!
Appunto.
La title track “Il Paradiso” è un pop rock leggero tra Nek e Blue, fatto dei cascami della vulgata pop dei Police (lode agli intoccabili, biasimo ai profanatori). Con testi da parrocchia. Intendendo parrocchia come livello qualitativo del messaggio. C’è una differenza di livello letterario tra la Bibbia e la predica di Don Ciccio. Ecco. Questo è il punto. Tutto il resto del cd si muove su queste coordinate, proseguendo sulla strada ora dei Police, ora dei Men at work, ora spingendosi su sentieri più reggae che, rischiando la blasfemia solo per far comprendere meglio a chi legge, si possono definire parenti lontani degli esperimenti del Fossati di “Panama” o del Lavezzi di “…E la luna bussò”.
I guai fondamentali di questo cd sono in definitiva tre: musica e arrangiamenti datati, che rimangono al di qua dell’operazione nostalgia o del recupero riattualizzante (il tempo per Abel & Lore sembra proprio essersi fermato 20 anni fa); sensazione di già sentito ai limiti del plagio, magari inconscio, sia per i riff di chitarra che per le melodie; testi inadatti a rendere tematiche importantissime, da massimi sistemi. Si parla di Dio, certo. Ma anche quando si toccano accenti più laici, non va meglio. Quando in “Il Paradiso” Abel intona “Se ti impegni ce la fai / studia e fai e ci sarai”, un brivido d’orrore percorre la schiena: ma il rock non era ribellione al sistema? Lo stesso Cristo non aveva fatto una brutta fine in quanto ribelle? Non aveva detto “Io sono la spada che dividerà il fratello dal fratello”? Altro che buonismo. E poi. Il testo antifumo di “Prova anche tu”, lodevole nelle intenzioni, ha il sapore di quegli spot tristissimi da Consiglio dei Ministri e in effetti è tematica difficilissima da trattare in modo credibile. Quel “Prova anche tu”, iterato nel ritornello, ricorda tanto le canzoni degli scout. Anche se l’onestà di Abel non è in discussione: visitando il suo blog si apprende la notizia di un gravissimo lutto di famiglia dovuto al fumo.
Altrove non va meglio. Spesso si cade nel ridicolo involontario: “La vita fiorirà / allora sì andremo avanti / già ora è tempo di annullare i pianti”. A volte spunta la sgrammaticatura che – senza pedanteria – affossa qualsiasi buona intenzione: “perché c’è una probabilità / affinché non sia una vanità”; “molti sono convinti così; “perciò è a te che ringrazierò”. Si fosse in presenza di un capolavoro, si perdonerebbe, sperando in qualche amico che corregga i testi per il prossimo lavoro. Ma qui si tratta della mano che spinge sott’acqua la testa di chi sta annegando.
In definitiva non si riesce a immaginare un futuro per questo cd che vada al di là della cerchia di amici, magari un po’ attardati nei gusti musicali, e dell’apprezzamento di qualche parroco di campagna che cerca di agganciare i ragazzi col “rock”. E di Abel & Lore si immagina bene un “Live at Grest”. Oibò.
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La recensione Il Paradiso di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-06-11 00:00:00
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