Trio dedito a sonorità discretamente ricercate ed evocative, gli Stratosphera si inseriscono in un filone, quello delle pop songs in bilco tra melodia ed aggressività, che ha da tempo espresso le proprie potenzialità migliori.
Ovvio quindi non attendersi particolari innovazioni, anche se dalle tre tracce del dischetto emerge una buona personalità, una certa cura per i testi, una tensione di fondo che coinvolge.
L'influenza di certo rock italiano, quello di Verdena ed Afterhours in primis, si sente, forse in maniera troppo massiccia, soprattutto in "Il Walzer delle formiche", mentre la distesa "L'angelo caduto" richiama i Marlene Kuntz del periodo "Ho ucciso paranoia".
Molto probabilmente l'episodio più convincente rimane la traccia iniziale, "Strana", carica di energia e di spleen.
Un buon cd, in fondo, ma urge più spessore, per differenziarsi all'interno dell'infinito panorama italiano.
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La recensione s/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-06-12 00:00:00
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