Un concept-album intorno all’idea del viaggio: viaggio verso i propri desideri e le proprie aspirazioni, fino all’arrivo ad Itaca.
“Cuore migrante” di Elena Sanchi è un concept-album che ruota intorno all’idea del viaggio. È sensibile, intenso e realistico allo stesso tempo. Rappresenta in qualche modo il viaggio di chi parte per cercare di cambiare la propria situazione, inseguendo un sogno.
Oggi più che mai viaggio significa attualità, rimanendo comunque un topos classico. Il viaggio del “cuore migrante”, raccontato con lievi note di chitarra acustica e la voce dolcissima di Elena Sanchi, è anche il viaggio alla ricerca di se stessi, di nuova vita e nuovo amore; è il viaggio di Ulisse verso Itaca, verso un luogo bramato, raggiungibile solo dopo mille peripezie, ma è anche il viaggio di oggi, la speranza di arrivare vivi e di vivere meglio. “Cuore migrante” allora è il viaggio della vita.
Così “Lena” è il desiderio di volare via, stringendo sempre in mano il filo del proprio destino; “Amami” crea atmosfere più jazz, è il primo singolo e parla d’amore, di un "amore romantico", finito ormai, da cui bisogna ripartire senza dimenticare il passato, ma alla ricerca di un futuro migliore, perché le cadute sono essenziali per rialzarsi e "rifiorire". La melodia del ritornello rimane in testa a lungo e l’interpretazione valorizza tutto il brano.
“I luoghi dell’anima”, invece, sono quelli che si sognano e si vogliono raggiungere; “Il profilo di Pietro” è destino già scritto e letto sulla propria mano, il percorso da seguire già tracciato, dove portano i sensi. “Nuvole” è vento che trasporta in alto, in un’atmosfera sognante e irreale.
Ultime note per i due pezzi migliori, assieme alla precedente “Amami”: “Le donne che amano” risulta musicalmente più originale perché aggiunge vaghi sentori reggae; “Cuore migrante”, che dà il titolo al disco, è invece tra le più intense, è il bacio prima di partire e l’attesa del ritorno, come quella di Penelope, per poter finalmente ricominciare. E allora il cammino non poteva concludersi in altro modo che con l’arrivo a "Itaca", il luogo dei sogni, quello che un po’ tutti in fondo hanno e desiderano.
“Cuore migrante” è un disco che si fa ascoltare e apprezzare, che apre gli occhi e sensibilizza attraverso il mezzo universale della musica. Il messaggio è chiaro e forte, per chi lo vuol comprendere.
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La recensione Cuore Migrante di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-02-01 09:55:00
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