Tutto bene dal fronte One Dimensional Man. Anzi, benissimo. Nonostante i cambiamenti interni intercorsi in questo lungo intervallo di tempo interposto fra “You Kill Me”, ultimo album della band datato 2001, e “Take me Away”, il nuovo bellissimo disco datato 2004 (cioè la dipartita – parziale - di Giulio Favero, prima chitarrista e produttore, ora solo produttore), pare che l’Ispirazione da queste parti trovi sempre terreno fertile dove posare il proprio seme.
“Take me Away” è infatti la conferma che tutti ci aspettavamo. L’uomo dimensionale evolve pacatamente il proprio suono mantenendone intatta la matrice: non rinnega il proprio stile e non fa rivoluzioni. Semplicemente decide che tutta la melodia che prima giaceva sepolta sotto tonnellate di distorsioni, vestita di blues-core, debba oggi venire alla luce in maniera più luminosa. Ma non che il guardaroba sia cambiato: oggi è semplicemente più ampio e vario, più assortito e (azzardo) più bello.
Sarà l’esperienza. O forse il talento che matura e non s’ammuffisce. Sarà il talento che si somma all’esperienza. Fatto sta che “Take me Away” risente degli anni passati a calcare i palchi di tutta Europa, risente della ventata di freschezza portata dal nuovo chitarrista (il talentuoso Carlo Veneziano), e può vantarsi di una penna che ancor’oggi, ancorandosi al blues-core, tocca lidi quali il pop e la divagazione strumentale senza risultare stridente con se stessa. Il disco della maturità (della maturità hic et nunc, non della Maturità), per l’armonia che riesce a creare fra fragore e melodie. Il disco che sintetizza il passato e incomincia a farci intravedere il futuro.
Se è vero che solo i grandi riescono ad infilare in ogni disco anthem e pezzi da ricordare, allora inchiniamoci (nel senso di inchiniamoci a fare l’air guitar) di fronte agli One Dimensional Man e di fronte alle loro “Fool World”, “Tell Me Marie” (la vera gemma), la ballata (!) “Mad At Me”, o ancora “Just Boy” (probabilmente dedicata, in linea con quella che sembra una ormai consolidata tendenza dell’indipendenza italiana, al fu Carlo Giuliani). Qui abbiamo una grande band che ha fatto un grande disco. Godiamocelo ora e ricordiamolo in eterno, sperando che nel futuro quello che è ormai lo stampino ODM si posi ancora su canzoni altrettanto belle.
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La recensione Take Me Away di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-07-01 00:00:00
COMMENTI (15)
tu invece devi essere necessariamente un coglione. senza ironia.
ha spiegato una cosa senza essere offensivo.
quindi che cazzo vuoi?
idiota.
Una delle realtà italiane più belle di sempre. Ora ridotti a scimmiottare se stessi in lingua italiana: e il successo venne (folle di una creatura)
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Niente di che.
Poco da dire, dal vivo. Suonano bene.
Ma... Tutto qui.
Molto ma molto meglio il teatro degli orrori.
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tutti a fare in culo insieme a berlusconi. pierpaolo è l'arroganza di un bicchiere di rosso fermo, l'hyper giulio che manca ma cede il suo fuzz ad un bluesman autistico eccellente, dario cazzo duro che esce di scena e ad entare un orango di 20 anni. questi sono alieni, questi sono la storia della nostra musica. e w la derivazione e w marcuse e il buco del tuo culo amen.
io ADORO one dimensional man.
il miglio gruppo italiano.
punto.
...mi mancano gli zeroassoluto...
quanto sei intelligente... madonna... sei intelligentissimo... quasi quanto marcuse... quasi.
ma vaffanculo va.
si
anche a me fanno cacare.
d'altronde su questo sito si osannano sempre le cacate più fetide che sia possibile trovare in giro:
jennifer gentle, baustelle, perturbazione e compagnia bella...
quindi cosa dire?
cazzi vostri.