Un lento volo pindarico tra stelle e pianeti lontani
Spazio e spazi sconfinati, la sintesi astratta dell'immaginario che il cielo scuro nasconde nei suoni ovattati di questo producer campano, qui all’esordio, che in quattro pezzi delinea: percorsi, sogni e progetti ambientati verso e nell’ignoto.
Il suono di howtobeanastronaut è fatto di sofisticazioni, ritmo a perdere, poche voci metallizzate e vuoti che si dilatano in lentezze fatte di note lunghe, talvolta anche psichedeliche (godibili nelle parti suonate), in un equilibrio orbitale, sempre ben pensato e mantenuto. Ambient a respiro rallentato, da post-fase rem, venata di influenze glitch dai riferimenti non troppo precisi ma ben posizionati nel panorama elettronico dei ritmi sotto pulsati, in cui brilla "Wonderland": fresca traccia di chiusura che costruita su un ottimo giro di chitarra è buon manifesto di intenti di tutto l'ep.
"Mechanical Antithesis" è un lavoro ben costruito e ben programmato, intellettualmente ineccepibile nel regalarci un lento volo pindarico tra le stelle e pianeti lontani, qui a portata di mente. Un lavoro consigliatissimo che ci regala un producer in stato di grazia: soprattutto perché giocatore in un genere non sempre di facile presa, che in questo lavoro viene semplificato e reso più accessibile senza per questo essere mai svilito o banalizzato.
Il giudizio non può essere più che discreto e senza alcuna riserva per howtobeanastronaut su cui vale la pena riversare future attenzioni e nuovo interesse aspettando con piacere i nuovi lavori.
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La recensione Mechanical Antithesis di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-05-03 00:00:00
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