Simone Franchi & All His Friends
Noi ascoltiamo solo l'INDIE 2015 - Rock'n'roll, Indie, Pop rock

Noi ascoltiamo solo l'INDIE

Un finto "debutto solista" che non rispetta le aspettative.

Nomen omen dicevano i latini, e se ogni nome può essere inteso come una dichiarazione d’intenti allora buona parte di quest’album è interpretabile attraverso questo fattore. Simone Franchi & all his friends è un nome importante, un nome che forse ricalca le orme di grandissime band come Ben Harper & the Relentless7, Iggy Pop and The Stooges, chi più ne ha più ne metta, ma importante soprattutto perché pone l’accento su un’unica persona creando una distinzione netta tra un singolo musicista e il resto della formazione, relegandola così in un ipotetico spazio marginale.
Lungi da una sorte di dispotismo musicale, questo ruolo secondario era già stato dichiarato all’uscita del disco, ”Questa volta, anche se gli amici ci sono, hanno preferito rimanere dietro le quinte” recita la descrizione dell’album, ma si rivela un nemico inaspettato quando, in mancanza di un leader davvero talentuoso e carismatico, tende inevitabilmente ad abbassare il livello del contenuto. "Noi ascoltiamo solo l’indie" è un disco sgonfio, banale e anche un po’ monotono. Simone Franchi si fossilizza, in qualche modo annega o soffoca quelle che nell’album precedente erano state le sue principali abilità, il tratto distintivo della sua opera, ovvero la propensione alla citazione e la vocazione letteraria in una marea di scontatissime rime baciate (te, me, perché, caffè) costantemente riproposte.

Non me ne voglia, parlare male di un album non è mai facile, gettare indiscriminatamente pece sul lavoro altrui è un’usanza futile e banale, semplicemente, dati i presupposti, ci si poteva aspettare qualcosa di meglio, come dire: nel prossimo album valuterei l’opzione di tenere un po’ meno nascosti gli amici.

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