Una prova riuscita per i Costa Volpara
Va detto subito: questo ep dei Costa Volpara suona bene. È scritto, eseguito e cantato per il piacere di essere ascoltato, mira insomma al "basso ventre" dei cuori mai domi dalle intemperie della vita, quelli che si ritrovano nostalgici o meno, ma con la passione di farsi un giro di musica ancora una volta.
"Dona gli anni alvento buono" è un ep efficace e ci riesce con quelle cinque “canzonacce” (termine dello scrivente) che il patron della band viterbese ha caricato su RockIt accompagnandole con due parole di presentazione strategicamente demotivanti, buttate lì forse per catturare qualche lettore di passaggio del webzine con la retorica della falsa rinuncia, della vanità dissimulata.
I Costa Volpara, a dispetto di questi simpatici "mezzucci", si dimostrano sinceri e diretti nelle liriche delle loro canzoni di cui si dimostrano capaci compositori, pur rimanendo - la loro mano - nella assoluta tradizione di un pop autorale di genere. La band sa come scrivere una canzone da ascolto radiofonico di un mainstream probabilmente datato (si dice vintage oggi), orecchiabile ma al tempo stesso accattivante, di sicuro poco in linea con le ossessioni settenarie/ottonarie in beatloop di tutte le versioni raperonzole italiane che non accennano ad abbandonare la scena e il suo pubblico, dopo più di trent’anni. Il pubblico di questo disco intitolato, lo ricodiamo, “Dona gli anni al vento buono” è costituito, prevalentemente ma non necesariamente, dagli ascoltatori dalla vena più pop anthem balladeer di De Andrè ("Il Pescatore" o "La Ballata dell’amore cieco") come dei Matia Bazar storici ("Cavallo Bianco" o "Solo tu"), sino ai Pooh più nazional popolari.
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La recensione Dona gli anni al vento buono di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-01-11 00:00:00
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