Il romano Gabriele Dorme Poco esordisce con "Dispari erano i giorni, di spari le notti", un ep composto da tre tracce in italiano e tre in inglese di sofisticato pop d'autore. La grande protagonista del disco è la voce di Gabriele D'Angelo, calda, versatile e terribilmente accattivante, una di quelle voci che farebbero impazzire i giudici di qualunque talent show. Il timbro e i momenti di virtuosismo vocale ricordano Marco Mengoni, ma con un'attitudine squisitamente cantautoriale, forte di arrangiamenti curati, atmosfera intima e riflessiva.
Ad aprire le danze è "Nightswimming", canzone che ha tutte le carte in regola per rimanerti in testa a tempo indeterminato, una ballata ricca di sfumature, impreziosita da pianoforte, tromba e flicorno, strumenti utilizzati anche in alcuni dei pezzi successivi, insieme al clarinetto e al sax. Gabriele Dorme Poco riserva una particolare attenzione al mondo delle relazioni umane, esplorate con occhi freschi quanto maturi, grazie anche a una sensibilità creativa ammirabile. In "Minuscolo" compare la prima di diverse metafore grammaticali che fondono significato e significante, in un raffinato gioco testuale tra sentimenti e lessico: "Amore non devi sorprenderti se scrivo il tuo nome senza maiuscole (...) quando mi chiami le lettere suonano tutte uguali, anzi io preferisco quelle finali perché preannunciano altre frasi, preludio verbale alle tue mani".
Grammatica ed emozioni continuano a rincorrersi in "Il 32 di Dicembre", dove a farla da padrone sono le forme verbali: "Scorderemo la grammatica dell'addio e ogni forma di scissione (...) avremo un solo modo verbale, scelto per non farci male, orfani del condizionale". Per i brani in inglese viene privilegiato l'impatto sonoro, portando all'estremo l'abilità melodica di voce e strumenti, come dimostra il delicato riarrangiamento a cappella di "By This River" di Brian Eno, che chiude in bellezza "Dispari erano i giorni, di spari le notti" con un'atmosfera sospesa e sognante. Nonostante la breve durata, l'ep potrebbe tranquillamente passare per un vero e proprio disco, con complessità e materiale raro per un esordio. L'unica ragione per continuare a chiamarlo ep è che vogliamo sentirne di più, al più presto.
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