Un lavoro in continua trasformazione, che deve molto al cantautorato americano
È un lavoro in continua trasformazione il disco d'esordio di ZApha, in cui la forte propensione verso una tradizione classic-folk e country di stampo prettamente americano è anche un punto di forza. Il progetto del cantautore cosentino, trapiantato in terre anglofone, era partito come idea chitarra e voce, ma è stato riarrangiato in seguito con l'aiuto di una band: spogliandolo da sovrastrutture e parti strumentali di supporto, infatti, potrebbe funzionare ugualmente. Se fosse eseguito unplugged - l'assaggio finale con due dei brani di apertura rifatti in acustico ne è la prova – avrebbe addirittura un maggiore impatto comunicativo.
L'invito a "non accigliarsi" (da cui la domanda del titolo) appare forte e chiaro proseguendo nell'ascolto, a volte anche in modo talmente positivo ed ottimistico tanto da risultare quasi un obbligo morale. Anche se alcuni passaggi iniziali sono poco fluidi, da "Feeling it" in poi la qualità si alza e mantiene lo stesso livello fino alla fine: ZApha è una presenza androgina che viene spontaneo paragonare a Tracy Chapman per stile e vocalità, ma che deve sicuramente molto anche a Smiths e Cranberries. L'eredità artistica degli anni '90 si palesa in un omaggio esplicito ai REM, con una doppia-cover dei brani "Bad Day/It's the end of the world as we know it". Un altro punto a favore va al tentativo di addentrarsi in molti mondi musicali - dalla celtic alla world music - chiamando in causa violini, armoniche, tin whistle mandolini e fisarmoniche. Purtroppo l'Italia non offre molti spazi a un'opera prima come questa, che invece all'estero potrebbe trovare maggiori riscontri.
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La recensione Why Do You Frown? di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-01-21 09:00:00
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