Deus Funk
Liver Tongues Bitch and the Death of Us 2015 - Rock, Funk, Alternativo

Liver Tongues Bitch and the Death of Us
19/05/2016 - 09:00 Scritto da Antonio Romano

I Deus Funk ed il loro funk rock mai abrasivo e mai abbastanza sporco

I Deus Funk tornano, a distanza di ben otto anni dal precedente lavoro, con un album dal titolo, sulla carta, succulento e promettente sudore, sporcizia nel sound e odori forti, quelli del funky, quelli della notte passata a suonarlo e a ballarlo.
“Liver Tongues Bitch and the Death of Us” suona, invece, come un lavoro eccessivamente whitey (citando Sly and The Family Stone): troppo pop, poca blackness, intendendo il primo termine come pulizia e levigatezza di un prodotto confezionato per piacere un poco a tutti, il secondo come spontaneità che prima spaventa ma poi ammalia e conquista, il jungle groove di James Brown.
Il disco è composto da otto brani autografi il cui modello di riferimento palese è il funk rock dei Red Hot Chilli Peppers e, forse ancor di più, dei Primus. Ma in nessuno degli otto c’è mai una crescita di tensione, del sangue che bolle, in nessuno di essi si denota un’esplosione, un salto di qualità né a livello ritmico, come dovrebbe essere in un disco di funky, né dal punto di vista delle soluzioni melodiche, anzi l’intero album si mantiene costantemente sullo stesso mood, eccezion fatta, in negativo, per “Senza Voce”, l’unico pezzo cantato in italiano ed il più stucchevole del pacchetto, e la ballatona “Here We Are” posta a metà dell’opera.
È, concludendo, un lavoro che, purtroppo, non si lascia mai andare, che non risulta abrasivo, seducente, liquido, sudato, ma che cerca di assecondare il gusto medio, fors'anche troppo italiano, quando, e non lo dico per piaggeria, a livello strettamente tecnico i Deus Funk avrebbero un grandissimo potenziale da schiudere. Attenderemo, perciò, fiduciosi, lo svolgersi ulteriore della loro discografia.

Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.