Si danno molto da fare per gestire al meglio riff, dissonanze, cambi di ritmi e stravolgimenti vari. I Mold On Your Sauce sono classicamente math, roba strumentale a metà tra gli anni Novanta e gli anni Settanta, tra sfracelli noise e lunghe divagazioni di stoner psichedelico. “Caravaggio” ha un intro chitarristico che azzecca l’attacco e trascina il resto del brano in un vortice ossessivo dai volumi altissimi. “Il sonno della ragione genera mostri” è indie rock alla maniera dei tempi più gloriosi di Touch’n’Go: un gran casino. “Kill Valhalla’s Leader” prova a tenere il passo dei più aggressivi Zeus!, benché l’andamento si fa presto elastico, rallentato e decisamente meno serrato. I Mold On Your Sauce con “Propaganda” realizzano un album discreto, anche se dalle atmosfere un po’ troppo omogenee e conformi agli standard del genere. In ogni caso il suono è compatto e pesante, con spigoli che in qualche traccia lasciano il segno (come la conclusiva “Applausi”).
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